Fino a qualche anno fa, l’inizio di novembre coincideva per
me, nata e cresciuta in pianura, con l’arrivo delle prime nebbie. Da qualche tempo
a questa parte, però, da quando l’effetto serra, il Niño e la corrente del golfo hanno inesorabilmente
modificato il clima del mondo diradando
le nebbie autunnali, e io ho iniziato a correre, l’inizio di novembre è
diventato nella mia testa sinonimo di maratona di New York. E sì, perché la prima domenica del mese
ospita storicamente la 42,195 chilometri più famosa del mondo, quella che ha
visto trionfare eroi come Orlando Pizzolato, Gianni Poli, Paul Tergat o Paula Radcliffe. Quella che gran parte degli amanti della corsa
desiderano inserire nel proprio portfolio di competizioni, considerandola la
regina delle gare.
Quest’anno la maratona cade il 2 di novembre, subito dopo Halloween, in una
giornata che si prospetta ancora baciata dall’Indian summer. Difficile,
infatti, è dimenticare quello che successe nel 2012 a causa dell’uragano Sandy,
quando una città paralizzata dal fango rinunciò alla sua storica competizione.
Allora, nonostante l’annullamento della gara, vennero raccolti 31 milioni di
dollari che furono devoluti a 190 associazioni no profit. Un obiettivo che gli
organizzatori sperano di centrare anche quest’anno.
La maratona di New York, infatti, è innanzitutto la gara dei record, non
tanto di velocità, dato che esistono competizioni più rapide per percorso,
quanto di partecipazione. Ecco qui un po’ di numeri.
Alla prima Maratona di New York, organizzata nel 1970 interamente all’interno
di Central Park, dei 127 partecipanti solo 55 arrivano al traguardo. L’unica
donna iscritta si ritirò prima dell’arrivo.
Da poco più di 100 di allora si è passati, negli anni, a parecchie
migliaia. Oltre 50.000 sono, infatti, gli iscritti all’edizione 2014, la 44esima, con
l’obiettivo di battere il record storico di 50.266 corridori che hanno tagliato
il traguardo nel 2013.
Il record del 2013 supera di gran lunga quello delle altre grandi maratone del
mondo: per Chicago il numero record raggiunto è stato di 38.878 finalisti nel
2013, per Parigi 38.690 sempre nel 2013, per Londra 36.672 nel 2012, per Boston
35.868 nel 1996.
Il tempo medio impiegato per concludere la corsa nel 2013 è stato di 4:18:54.
Il vincitore maschile, Geoffrey Mutai , ci ha impiegato 2:08:24; la vincitrice
tra le donne è stata Priscah Jeptoo in
2:25:07.
La maratona di New York è anche beneficenza. Nel 2011 sono stati raccolti 34
milioni di dollari per 190 no profit, 31 milioni nel 2012 per grossomodo lo
stesso numero di associazioni nonostante l’annullamento dovuto all’uragano
Sandy.
La Maratona ha anche un influsso positivo sulle casse della città, tra alberghi
e merchandising correlato, oltre che un impatto sull’intera comunità: più di 20
mila bambini, infatti, hanno partecipato ai programmi di educazione alla corsa
grazie all’associazione organizzatrice dei New York Road runners.
Inoltre, la maratona ha sempre avuto un ruolo determinante nel rafforzare lo
spirito comunitario, specialmente nel 2001, a soli due mesi dagli attacchi
terroristici dell’11 settembre. La gara divenne il simbolo della speranza e
della voglia di riscossa per i partecipanti, gli spettatori e per i newyorkesi.
Tra qualche giorno, la comunità dei maratoneti di tutto il mondo si incontrerà
nuovamente nella grande Mela, pronta a sfilare sul Ponte di Verrazzano per
partecipare a quella che non è solo la gara di un giorno ma un viaggio frutto
di duri mesi di lavoro e, per molti, un’avventura che resterà unica nella vita.
Come il migliore dei record. In bocca al lupo a tutti i runner!