giovedì 29 gennaio 2015

Fashion Running cambia casa

Da oggi, Fashion Running ha una nuova casa: www.fashionrunning.it
Un sito un po' più articolato a livello grafico che, spero, vi piaccia.
Tutti i nuovi post verranno pubblicati lì d'ora in avanti.
A prestissimo,
Chiara

venerdì 21 novembre 2014

Dieci suggerimenti per correre d'inverno



Due look della Winter running collection di Asics


L’inverno è alle porte ma nemmeno la neve mi toglierà il piacere di correre all’aperto. Per molti adepti del jogging, infatti, nulla può eguagliare la corsa su strada, anche se il tapis roulant rimane un’ottima alternativa nel caso in cui si sia impossibilitati a uscire. Nella mia breve esperienza di runner, però, sono state davvero rare volte in cui non ho proprio potuto optare per un’uscita all’aria aperta. In tutte le altre giornate invernali, anche le più fredde, ho sperimentato che è sufficiente adottare gli accorgimenti del caso per evitare di finire vittima dei malanni di stagione. Ecco perché vorrei condividere il mio piccolo vademecum per correre anche con il freddo più estremo (persino in Islanda!).

Trovare la giusta motivazione. Lo so, è difficile svegliarsi e decidere di passare dal tepore delle proprie coperte al gelo mattutino o tornare dal lavoro e pensare di allacciare le scarpette in tarda serata. Il segreto è porsi dei traguardi da raggiungere, magari fissare l’appuntamento con una delle tante gare primaverili in calendario ed allenarsi per questa. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Proteggere mani e piedi. Le estremità sono quelle che, in genere, soffrono di più. Usare perciò dei guanti di pile e delle scarpe impermeabili, da trail se si corre negli sterrati.

Vestirsi adeguatamente. Ormai i marchi sportivi offrono una selezione ricchissima di capi tecnici per l’inverno, capaci di mantenere la temperatura del corpo costante (nella foto, la campagna per la Asics winter run collection scattata sulla costa sud dell’Islanda da Derrick Santini). C’è solo l’imbarazzo della scelta. Un segreto? Vestirsi come se ci fossero 10 gradi in più e percepire un po’ di freddo quando si comincia a correre.

Coprirsi la testa. La testa è il punto del corpo umano con la maggiore dispersione di calore. Quando ci si avvicina agli 0° è sempre bene tenerla al caldo.

Farsi vedere. Il buio è pericoloso per i runner, che devono sempre fare in modo di essere visibili dalle automobili. Esistono sul mercato dei fantastici total look catarifrangenti, perfetti per segnalare la propria presenza sulla strada con un flash di luce.

Riscaldare i muscoli prima di correre. Se è comunque una buona regola eseguire qualche esercizio di riscaldamento, lo è ancora di più quando fuori fa freddo.

Fare attenzione al vento. Correre controvento non è un toccasana, soprattutto se si è sudati. Meglio, quindi, cambiare spesso direzione per evitare malanni.

Mettere in conto la pioggia. Come dicono gli inglesi, “If it rains, you get wet”. Ecco questa è la giusta filosofia con la quale approcciare la corsa d’inverno.

Considerare l’ipotesi di fare meno km del previsto. Non si sa mai quanto possa essere brutta una strada dopo una nevicata o quanto fango possa formarsi dopo la pioggia. Non abbattersi perciò se costretti a fare marcia indietro prima del previsto. Succede anche ai migliori.

Tornare subito al caldo. Niente stretching all’aria aperta. Appena finito di correre, gustatevi il piacere di una doccia calda e la soddisfazione di dire: “anche oggi ce l’ho fatta!”.

Sopra, e sotto, altri due look Asics winter collection

lunedì 3 novembre 2014

Perché non vogliamo più avere paura



Ho sempre parlato della corsa come di un momento di gioia. La gioia di liberare la mente, di fare qualcosa per il proprio corpo, di condividere un momento di felicità con altre persone, spesso con altre donne. Oggi mi ritrovo a scrivere della corsa con una stretta al cuore, con un nodo di rabbia alla gola, con la voglia di gridare a squarciagola contro chi ha usato la violenza contro una donna, Irene, una 40enne che, come me, ama correre e che lo scorso mercoledì è stata aggredita da quattro uomini a Milano, lungo il Naviglio, in pieno giorno. 

Mentre si riposava, mentre beveva un sorso d'acqua alla fontanella del parco dell'ex area Pozzi, quattro mostri l'hanno fermata, sfregiata e, fortunatamente, si sono trattenuti dall'abusare di lei. È difficile tradurre in parole i sentimenti che sto provando in questo momento. Immagino siano gli stessi nutriti dalle tante persone, che hanno letto questa notizia di cronaca. 

I miei famigliari e gli amici mi hanno subito detto di stare attenta, di andare piuttosto in palestra, di non correre più da sola. Hanno ragione, mi vogliono bene e desiderano che non mi accada nulla. Darò loro ascolto, starò molto più attenta di quanto non lo fossi stata prima. Ciò non toglie però che proprio non riesco a trattenermi dal riflettere sul perché dobbiamo essere, ancora una volta, limitate nella nostra libertà. Di essere donne, di correre all'aperto senza avere il terrore di essere violate anche in un atto così puro come è lo sport. E avere paura perché siamo fragili e indifese. Troppe domande per una società che si reputa evoluta e rispettosa come la nostra. Ma questa volta proprio non vogliamo restare a guardare o ad aspettare che qualcosa riaccada.

Domenica prossima, alle 12, ci ritroveremo alla Canottieri Milano, lungo il Naviglio, per ripercorrere a piedi, di corsa o in bicicletta, i passi di questa donna e fermarci a bere alla stessa fontanella del parco. Per dire basta alla violenza, per dire che non vogliamo più avere paura. Né qui né altrove. (tutte le info qui https://www.facebook.com/events/1652455274980758/?pnref=lhc.recent)

martedì 28 ottobre 2014

La maratona di New York in cifre




Fino a qualche anno fa, l’inizio di novembre coincideva per me, nata e cresciuta in pianura, con l’arrivo delle prime nebbie. Da qualche tempo a questa parte, però, da quando l’effetto serra, il Niño e la corrente del golfo hanno inesorabilmente modificato  il clima del mondo diradando le nebbie autunnali, e io ho iniziato a correre, l’inizio di novembre è diventato nella mia testa sinonimo di maratona di New York.  E sì, perché la prima domenica del mese ospita storicamente la 42,195 chilometri più famosa del mondo, quella che ha visto trionfare eroi come Orlando Pizzolato, Gianni Poli, Paul Tergat o Paula Radcliffe. Quella che gran parte degli amanti della corsa desiderano inserire nel proprio portfolio di competizioni, considerandola la regina delle gare.
 
Quest’anno la maratona cade il 2 di novembre, subito dopo Halloween, in una giornata che si prospetta ancora baciata dall’Indian summer. Difficile, infatti, è dimenticare quello che successe nel 2012 a causa dell’uragano Sandy, quando una città paralizzata dal fango rinunciò alla sua storica competizione. Allora, nonostante l’annullamento della gara, vennero raccolti 31 milioni di dollari che furono devoluti a 190 associazioni no profit. Un obiettivo che gli organizzatori sperano di centrare anche quest’anno.
La maratona di New York, infatti, è innanzitutto la gara dei record, non tanto di velocità, dato che esistono competizioni più rapide per percorso, quanto di partecipazione. Ecco qui un po’ di numeri.
 
Alla prima Maratona di New York, organizzata nel 1970 interamente all’interno di Central Park, dei 127 partecipanti solo 55 arrivano al traguardo. L’unica donna iscritta si ritirò prima dell’arrivo.
Da poco più di 100 di allora si è passati, negli anni, a parecchie migliaia. Oltre 50.000 sono, infatti, gli iscritti all’edizione 2014, la 44esima, con l’obiettivo di battere il record storico di 50.266 corridori che hanno tagliato il traguardo nel 2013.
Il record del 2013 supera di gran lunga quello delle altre grandi maratone del mondo: per Chicago il numero record raggiunto è stato di 38.878 finalisti nel 2013, per Parigi 38.690 sempre nel 2013, per Londra 36.672 nel 2012, per Boston 35.868 nel 1996.
Il tempo medio impiegato per concludere la corsa nel 2013 è stato di 4:18:54. Il vincitore maschile, Geoffrey Mutai , ci ha impiegato 2:08:24; la vincitrice tra le donne è stata Priscah Jeptoo in 2:25:07.
La maratona di New York è anche beneficenza. Nel 2011 sono stati raccolti 34 milioni di dollari per 190 no profit, 31 milioni nel 2012 per grossomodo lo stesso numero di associazioni nonostante l’annullamento dovuto all’uragano Sandy.
La Maratona ha anche un influsso positivo sulle casse della città, tra alberghi e merchandising correlato, oltre che un impatto sull’intera comunità: più di 20 mila bambini, infatti, hanno partecipato ai programmi di educazione alla corsa grazie all’associazione organizzatrice dei New York Road runners.
Inoltre, la maratona ha sempre avuto un ruolo determinante nel rafforzare lo spirito comunitario, specialmente nel 2001, a soli due mesi dagli attacchi terroristici dell’11 settembre. La gara divenne il simbolo della speranza e della voglia di riscossa per i partecipanti, gli spettatori e per i newyorkesi.
 
Tra qualche giorno, la comunità dei maratoneti di tutto il mondo si incontrerà nuovamente nella grande Mela, pronta a sfilare sul Ponte di Verrazzano per partecipare a quella che non è solo la gara di un giorno ma un viaggio frutto di duri mesi di lavoro e, per molti, un’avventura che resterà unica nella vita. Come il migliore dei record. In bocca al lupo a tutti i runner!

sabato 18 ottobre 2014

A ottobre, anche la corsa si tinge di rosa

Le protagoniste di #nothingstopspink
Fare regolarmente attività fisica fa bene al corpo e all'umore. L'ho testato sulla mia pelle quando ho intrapreso questo percorso da runner amatoriale e sono felice che possano confermarlo anche numerose ricerche scientifiche, come quella presentata in occasione dell'ultima conferenza dell’European CanCer Organization. Secondo l'indagine diffusa lo scorso marzo, le donne che praticano sport per almeno un’ora al giorno hanno un rischio inferiore del 12% di sviluppare tumore al seno rispetto a chi ha un comportamento sedentario. Ecco perché quest'anno, nell'ambito dell'iniziativa Pink is good della Fondazione Umberto Veronesi, una serie di appuntamenti che costelleranno il mese di ottobre nel segno della prevenzione del tumore al seno, lo sport avrà un ruolo da protagonista.


Grazie al supporto di PittaRosso, domenica 26 ottobre le vie di Milano ospiteranno una camminata non competitiva di 5 km aperta a tutti il cui ricavato sarà devoluto in parte alla Fondazione Veronesi per sostenere la sua attività di ricerca e in parte al finanziamento del progetto #Nothingstopspink. Con la supervisione del team del dottor Gabriele Rosa, mitico trainer di grandi campioni della corsa su lunga distanza, 38 donne in cura per tumore al seno sono state allenate al running. Dieci di loro parteciperanno alla più famosa maratona del mondo, quella di New York, in calendario il prossimo 2 novembre. Una dimostrazione di coraggio e di tenacia, che dovrebbe essere di esempio per tutti.

Per correre al loro fianco, l'appuntamento è domenica 26 alle 10 in piazza San Babila, punto di partenza della prima Pink parade. Tutte le informazioni sono sul sito www.pittarosso.com e su www.fondazioneveronesi.it.

martedì 7 ottobre 2014

Tour di Milano all'alba (correndo)



La scorsa edizione di Milano loves you run


Le città sanno essere speciali quando meno te lo aspetti. Ad esempio, la mattina presto quando è ancora buio e tutto sembra risvegliarsi lentamente.  

Venerdì 10 ottobre milanesi e non potranno scoprire un volto differente della laboriosa metropoli del nord, filtrato appunto attraverso le luci dell’alba. L’appuntamento è alle 6 in punto in Piazza Affari per partecipare alla terza edizione di Milano Loves You Run, la corsa promossa dall’associazione culturale Milano loves you e da Where Milan insieme al gruppo dei Podisti da Marte, con l’obiettivo di raccogliere fondi per le Case alloggio di Lilt, dimore offerte ai bambini che ogni anno, da tutta Italia, vengono accompagnati dalle loro famiglie per curarsi all’Istituto dei tumori di Milano.
Nelle scorse edizioni sono state raccolte oltre 36 mila euro e l’obiettivo è fare sempre di più.
Per aiutare la Lilt, basta iscriversi alla corsa seguendo tutte le indicazioni presenti al seguente link http://www.podistidamarte.it/?p=3905. Un modo per fare del bene divertendosi.
 
Non siete corridori provetti? Nessun problema. La run è stata infatti pensata per tutti. Saranno organizzati cinque gruppi diversi, distinti a seconda della velocità di ciascuno. In questo modo, chissà, magari anche chi non ha mai corso potrà scoprire di avere una nuova passione.

lunedì 6 ottobre 2014

Dieci anni di DeeJayTen


Dieci come i chilometri da correre a tutto fiato nella modalità più o meno competitiva. Dieci come gli anni della DeeJayTen, la corsa ideata da Linus quando il fenomeno del running iniziava a prendere piede anche in Italia. Chi allora avrebbe mai detto che, in breve tempo, si sarebbe arrivati al sold out dei 20.000 pettorali messi a disposizione? Chi allora avrebbe mai detto che una come me, adepta al riposo domenicale, si sarebbe svegliata di buon mattino con gioia per compiere l'epica impresa?

Invece, alla fine, eccomi qui, anche quest'anno, nonostante i dieci (numero ricorrente) giorni trascorsi fuori casa per lavoro e nonostante la pestilenza presa durante suddetti dieci giorni, che mi ha impedito di respirare normalmente per una settimana. Sadismo? Forse un po'. I chilometri nelle gambe c'erano tutti. Il fiato, un po' meno... Ma ce l'ho fatta.

Trovarsi tutti insieme davanti al Castello Sforzesco a Milano fa sempre lo stesso effetto elettrizzante. L'aria frizzante di una mattina di inizio ottobre, i gruppi di amici impegnati in chiacchiere scarica tensione, quelli "bravi" che si riscaldano... E io, raggomitolata, nella maglia, ancora un po' infreddolita che mi guardo intorno incuriosita, esplorando tutte le specie umane che questo spot è riuscito a riunire negli ultimi anni. Ci sono i professionisti, i super tecnici, gli improvvisati e i secchioni. I colleghi di lavoro, i compagni di scuola, le famiglie, le squadre... Ogni volta mi stupisco del valore sociale del running, sport così individuale ma al contempo così collettivo. Così competitivo e così educativo. Per dieci chilometri si fa tutti parte di uno stesso mondo, si vive un'esperienza comune che ognuno porterà con sé per l'intera giornata o, forse, per più tempo.

Alla fine, al traguardo, solo gioia e sorrisi. Anche quest'anno ce l'abbiamo fatta, anche quest'anno portiamo a casa la nostra medaglia che per ognuno ha lo stesso valore della medaglia del vincitore. Perché la corsa è un po' anche questo. Il vero avversario da battere siamo noi stessi, la nostra pigrizia e quella voce che ci consiglierebbe di ritirarci di fronte alla prima difficoltà. Esercizio di tenacia. Domani posso farmi un regalo. Ma il regalo migliore credo che quest'anno se lo sia fatto la DeeJayTen riunendo così tante persone. Cento di questi giorni. Il prossimo, però, vogliamo Linus di nuovo in pista, prontamente guarito dal suo infortunio.